La storia di Santa Lucia
La Vergine e Martire Lucia nacque in Siracusa, sul finire del terzo secolo, da ricca e nobile famiglia. Ancor bambina, perdette il padre, rimanendo sotto la custodia della madre Eutichia. I genitori pur essendo patrizi, non disdegnarono di seguire la fede cristiana e di educare alla fede cristiana la figlia. Quando la madre si ammalò di un male incurabile e dopo aver fatto ingenti spese per consultare medici , senza ricavarne nessun giovamento,Lucia la convinse a recarsi da Sant'Agata in pellegrinaggio di preghiera:
Madre, se nulla più ci resta sperare dai soccorsi umani, perché non andiamo a Catania, per implorare la grazia del sepolcro della beata Agata? La fama invitta e gloriosa martire si è propagata per tutta la Sicilia, per i miracoli da lei operati. Anche i cittadini di Siracusa si recano nel venerato luogo dove era sepolta la martire catanese per pregare; molti afflitti vi hanno trovato la pace, e molti infermi la salute .Su dunque , o madre ,coraggio e fede !
Il 5 febbraio, giorno sacro a Sant’Agata, arrivano a Catania. Recatesi al sepolcro di Sant’Agata, Lucia ed Eutichia s’inginocchiarono, e mentre stavano in preghiera, Lucia fu presa da una visione e vide, in mezzo a schiere di Angeli, Sant’Agata che rivolta a lei, le diceva: << Lucia sorella mia, vergine di Dio, perché domandi a me quello che tu stessa puoi concedere? La tua fede ha giovato a tua madre, ed ecco che è divenuta sana. Tu ti sei consacrata a Dio nella verginità e perciò come per me la città di Catania viene ricolma di grazie del cielo, così per te lo sarà la città di Siracusa>>Ritornata a Siracusa, Lucia per ringraziare il Signore per la guarigione della madre, decide di dare tutta la sua dote ai poveri e di consacrarsi a Dio. Giunta la notizia alle orecchie di un giovane, desideroso della mano di Lucia, che cercò prima di dissuaderla poi, visto che era tutto vano, la denunciò al Proconsole Romano Pascasio che convocò subito al suo cospetto la fanciulla e, conoscendone l'elevata condizione sociale, cercò di farla convertire alla religione pagana. Lucia fu irremovibile. Con fermezza confessò che era seguace di Cristo e che mai avrebbe rinnegato la religione del Signore. Pascasio, di fronte a tanta forza, andò su tutte le furie ed ordinò alle guardie di trascinarla con dei buoi ma, malgrado la loro forza, non riuscirono a smuoverla. Lucia rimase ferma come una montagna. Ordinarono quindi di preparare un rogo per bruciarla viva ma le fiamme non lambirono neppure il vestito. A questo punto, narrano gli atti del martirio, Pascasio si rivolse a Lucia, ordinandole di non deludere il suo innamorato e di sposarlo. La giovane sorridente e senza manifestare il minimo dolore, secondo la tradizione, si strappò gli occhi con le dita, li depose su un vassoio e li offrì a colui che li amava tanto. Gli amici di Pascasio la tolgono di là, per finirla col pugnale. Il carnefice mentre si accinge a dare il colpo fatale, Lucia, piegate le ginocchia, prega e dice: << Fra breve sarà data pace alla Chiesa di Dio. Diocleziano e Massimiano cadranno dall’impero e finiranno miseramente.Come la città di Catania ha in venerazione sant’Agata, così anche voi onorerete me, per grazia del Signor nostro Gesù Cristo, osservando di cuore i comandamenti di Dio.>> Dette queste parole, cadde trafitta e l’anima generosa volò verso Gesù il suo Sposo divino. Era il 13 dicembre 304.